Un Contesto Educativo
che alleni al Pensiero Critico
Vogliamo che i nostri ragazzi vivano la scuola come un porto sicuro; un luogo da vivere a 360°, in cui imparare ma anche svagarsi. La nostra scuola offre un contesto educativo in cui imparare a confrontarsi con gli altri senza temere giudizi e pregiudizi.
Un contesto
educativo sano
educativo sano
Per riuscire a creare un contesto educativo sano abbiamo capito che sono necessari 3 fondamenti imprescindibili:
1
L’apprendimento è determinato dalle aspettative degli educatori
2
L’apprendimento è determinato dalla pratica
3
L’apprendimento è determinato dalla socialità
1. L’apprendimento è determinato dalle aspettative degli educatori.
Questo significa che il genitore e l’insegnante devono abituarsi a vivere in uno stato di assenza di giudizio.
Finchè un educatore giudica, metterà inconsciamente dei paletti, dei limiti massimi alla crescita dell’educando e quindi rischierà di compromettere il massimo risultato possibile.
2. Si impara facendo
Il secondo assunto è che si impara facendo: la pratica ha un valore fondamentale, sia nell’apprendimento infantile quando la capacità di pensiero è in formazione, ma resta centrale anche quando le competenze logico-razionali più astratte sono acquisite. Nell’azione imparo. Anche questo aspetto è confermato da diverse ricerche scientifiche: l’apprendimento autodiretto o attivo dà risultati decisamente migliori di quello passivo, non solo per le dinamiche motivazionali che lo sostengono ma anche perché siamo in grado di insegnare qualcosa a qualcuno quando verifichiamo davvero cosa abbiamo imparato.
Stimolare l’attività è uno degli elementi fondamentali per un nuovo approccio educativo. Il docente deve dosare e organizzare al meglio il percorso attraverso i contenuti, lavorando per mantenere viva l’attenzione, per stimolare e attivare connessioni, evitando il più possibile la passività dei discenti.
3.La Socialità è fondamentale
Il terzo fondamento imprescindibile è la socialità. A Scuola si impara nel gruppo e dal gruppo. I ragazzi imparano molto di più dai coetanei che dagli insegnanti. L’esempio dei compagni rivela i propri meccanismi personali in azione e stimola più facilmente la comprensione e l’attivazione.
Nella Scuola sono sottovalutate le potenzialità della peer education ovvero dell’insegnamento reciproco. La rielaborazione individuale dell’apprendimento è necessaria, ma spesso è proprio il lavoro con gli altri che permette di sedimentare nella memoria a lungo termine ciò che è stato appreso.
Tra l’altro le dinamiche di gruppo sono una risorsa preziosa non solo per l’alunno ma soprattutto per l’insegnante. Sempre più spesso i docenti si concentrano esclusivamente sulla propria materia, nella propria area di competenza, trascurando la centralità pedagogica del gruppo classe.
È importante avere una progettualità che prenda in considerazione una coesione educativa sociale.
Non è possibile una didattica efficace senza la socialità del gruppo classe. Per imparare gli alunni devono interagire e influenzarsi reciprocamente. Più l’interazione viene favorita dagli insegnanti più la classe imparerà. Il lavoro di gruppo non è una perdita di tempo, perchè il senso di appartenenza, la capacità di interagire e gestire la conflittualità, la costruzione di un ambiente sereno e stimolante, attivano la motivazione, l’autoefficacia percepita e i processi cognitivi. Insomma la socialità è fondamentale.
In quest’ottica è molto importante considerare che nel processo di apprendimento tutti agiscono in maniera opportunistica e discrezionale, imparando soprattutto ciò che rispecchia i propri interessi adattandoli alle proprie possibilità e risorse contestuali.
Si tratta di un meccanismo di sostenibilità individuale che ci chiarisce quanto sia inutile dare consigli: infatti posso spiegarti benissimo quello che farei io, ma non diventerà mai quello che farai tu se non è coerente alla tua logica d’interazione con il mondo.
Questi 3 fondamenti pedagogici imprescindibili delimitano il confine di azione di un ambiente scolastico sano, positivo e produttivo, ma questo è solo il punto di partenza di un educatore, infatti è da qui che i docenti devono partire per utilizzare le conoscenze della propria area di specializzazione, le competenze comunicative e le competenze pedagogiche interiorizzate per raggiungere il miglior risultato pedagogico possibile.